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Istruzione professionale al centro per portare i giovani dalla scuola al lavoro

La valorizzazione dell’istruzione professionale, attraverso l’aumento delle ore laboratoriali e un investimento fattivo nel miglioramento della qualità didattica dei percorsi. È una delle proposte avanzate dal Forum nazionale dei giovani alla luce del Rapporto McKinsey «Education to Employment» , presentato a Bruxelles. 

Altri interventi, secondo il Forum, dovrebbero riguardare forme di sostegno all’occupazione giovanile e di incontro tra domanda-offerta di lavoro, come ad esempio la Youth Guarantee; una riorganizzazione degli strumenti di alternanza tra istruzione e lavoro sia nelle scuole sia negli atenei, come, ad esempio, lo stage; la necessità che le scuole si interfaccino con il proprio tessuto imprenditoriale territoriale per poter garantire una formazione che valichi gli insegnamenti teorici. 

«Le politiche di definanziamento in materia d’istruzione degli ultimi governi - afferma Giuseppe Failla, portavoce del Forum - hanno reso drammatico lo stato in cui versano scuole e università. Il tasso di abbandono scolastico al 17,6% e il drastico calo delle immatricolazioni all’università non soltanto pongono il nostro Paese a una distanza abissale dagli obiettivi di Europa 2020, ma impongono anche una riflessione complessiva sulle scelte economiche da prendere in una fase ancora di profonda crisi. L’Italia, infatti, è tra i Paesi che spende meno per Scuola e Università pubblica». 

«Riteniamo che la “bolla formativa”, ossia l’incapacità del mercato del lavoro di assorbire i nostri laureati, siga - aggiunge Stefano Vitale, Consigliere del Forum con delega a Scuola, Università e Ricerca - un’analisi attenta e una risposta politica chiara. I nostri laureati non sono troppi, troppi sono i nostri giovani disoccupati. Bisogna costruire dei legami profondi tra mercato del lavoro e istruzione, mettendo in discussione il modello produttivo attuale a partire dalle scuole e dalle università e voltando pagina rispetto a quelle forme di lavoro precario oggi molto diffuse». E per Failla «è evidente come le risorse stanziate dal DL Istruzione dello scorso Settembre «siano in questo quadro positivi ma assolutamente insufficienti».  

 

* da La Stampa

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